Secondo la classifica stilata
dall'Ufficio Studi di Confartigianato, tra il 2009 e il 2013, la
palma d'oro del dinamismo imprenditoriale italiano spetta alle
aziende “green”, in particolare a quelle che si occupano di
manutenzione di aree verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio,
che hanno fatto segnare il maggior aumento: 7.379 in più, con un
lusinghiero tasso di sviluppo del 23,1%.
Il secondo gradino del podio dei
settori economici più vitali del nostro Paese è invece occupato dal
settore della riparazione e istallazione di impianti industriali: in
questi ultimi quattro anni è stato incrementato da 5.074 nuove
aziende, con una crescita del 36,2%.
Infine, medaglia di bronzo per il
comparto alimentare che, nonostante la crisi, ha visto nascere 485
imprese in più (+1,2%), ciò a fronte delle profonde sofferenze
registrate, all'altro capo della classifica, da settori storicamente
trainanti della nostra economia, quali l'edilizia, l'autotrasporto e le produzioni
metalliche.
In questi termini, la sola
edilizia ha perso nell'ultimo quadriennio ben 17.209 imprese (-12,7%)
nel settore della costruzione di edifici e altre 16.445 (-3,7%) in
quello delle costruzioni specializzate, con una diminuzione
complessiva di 33.654 imprese, colpite dal blocco quasi totale delle
compravendite immobiliari, dai ritardi nei pagamenti e dai rialzi dei
tassi d'interesse bancari.
La stagflazione ha colpito
profondamente anche gli autotrasporti, con 11.303 imprese in meno
(-10,9%), soprattutto a causa del calo dei consumi, il rincaro del
prezzo dei carburanti e la concorrenza sleale dei vettori stranieri.
Tra i comparti che hanno visto
scomparire il maggior numero di aziende (8.602), c'è infine quello
della fabbricazione di prodotti in metallo, messo fuori mercato dalla
concorrenza internazionale, nonché dalla volatilità del prezzo dei
metalli medesimi.
Sulla questione, ad intervenire
con parole dure nei confronti del governo è lo stesso Presidente di
Confartigianato Giorgio Merletti “I nostri dati” -
sottolinea- “mostrano i pesanti effetti della crisi, aggravati
peraltro da decisioni politiche penalizzanti, come nel caso
dell'autotrasporto che, in base a quanto previsto dalla legge di stabilità, si vedrà
aumentare di 400 milioni il costo del gasolio per uso professionale”.
I piccoli e i medi imprenditori che ancora resistono, si sforzano di innovare, investire
in nuovi settori come ad esempio quello caratterizzato dal “green”,
ma chi guida il Paese ha il sacrosanto dovere di sostenerli, evitando
di aggiungere all'impatto generalizzato della crisi, gli effetti di
misure ingiuste ed oltremodo penalizzanti.