martedì 8 luglio 2014

Spreco alimentare: ogni anno otto miliardi di cibo finiscono nella spazzatura

Nonostante la crisi economica, le cattive abitudini rimangono dure a morire: secondo quanto emerge dal Rapporto 2014 di Waste Watcher Knowledge for Expo (l'osservatorio attivato da Last minute market) presentato in questi giorni a Milano, nel nostro Paese finirebbero nella spazzatura ben 8,1 miliardi di euro di cibo l'anno, equivalenti a circa 6,5 euro settimanali per ogni famiglia.

Dal sondaggio condotto emerge, altresì, che il 63% delle persone intervistate si dichiara più propenso ad un'Italia vigile contro gli sprechi, prima ancora che equa, solidale, tollerante, sicura, nonché rispettosa dell'ambiente: l'81% del campione dichiara, al riguardo, di controllare se il cibo scaduto è ancora commestibile prima di gettarlo, mentre il 30% ammette di portarsi a casa le pietanze avanzate al ristorante.

La percezione della maggioranza degli italiani (60%) è che la piaga dello spreco riguardi maggiormente il cibo, più che l'acqua (37%) o l'energia elettrica (20%): in quest'ottica, viene chiesto alle istituzioni d'intervenire con una vera e propria campagna di educazione alimentare nelle scuole, oltre alla divulgazione di informazioni (considerate utili dal 94%) sul tema dello spreco e sui danni da questo provocati sull'ambiente.

Inoltre, mentre ben il 90% degli intervistati dichiara di leggere sistematicamente sulle etichette la data di scadenza dei cibi e l'83% afferma di conoscere la differenza tra “data di scadenza” (within) e “preferenza di consumo” (best before), solo poco più della metà del campione ha dimostrato viceversa di conoscerne realmente il significato.

Tra le innovazioni più auspicate primeggiano, infine, quelle relative all'introduzione della tecnologia intelligente per il confezionamento, con packing che virano colore per dimostrare la freschezza del cibo (76%), ma anche sistemi di monitoraggio delle temperature del frigorifero (75%), nonché sistemi per la pianificazione della spesa  alimentare (67%).

mercoledì 2 luglio 2014

Sport & Salute: pericoloso abuso di farmaci

Sembrerebbe una vera e propria contraddizione in termini, eppure, a fronte di una diminuzione nel 2013 di casi di doping, il consumo di medicamenti tra gli sportivi italiani risulta essere particolarmente elevato, oltre che il più delle volte non giustificato da adeguate indicazioni terapeutiche: a riferirlo è una recente relazione prodotta dal Ministero della Salute, per illustrare al Parlamento lo stato dell'arte delle normative vigenti in materia di lotta al doping.

A tale riguardo si evidenzia come, nel corso del 2013, il Ministero della Salute abbia sottoposto a controlli 1.390 atleti, dei quali solo 39 sono risultati positivi all'uso di sostanze proibite: se, per un verso, ciò rappresenta una diminuzione rispetto all'anno precedente, d'altro canto occorre viceversa registrare un considerevole aumento delle cosiddette preparazioni galeniche, realizzate dalle farmacie e contenenti principi attivi quali diuretici, agenti mascheranti, anabolizzanti e stimolanti.

Ma la vera novità del nuovo report ministeriale non riguarda i farmaci dopanti, bensì quelli consentiti, tanto che il 69,4% degli atleti sottoposti ai controlli antidoping ha ammesso di far regolarmente uso di medicinali (farmaci o prodotti omeopatici), oppure di preparati più blandi come quelli a base di vitamine, sali minerali, aminoacidi ed integratori: i prodotti più usati (40% dei casi) sono risultati essere i cosiddetti Fans (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidi).

Nonostante non rappresenti una pratica illegale, l'assunzione dei Fans può tuttavia risultare dannosa per la salute, soprattutto nel caso queste sostanze vengano assunte con modalità e dosaggi diversi da quelli terapeutici e consigliati, oltre che in concomitanza con l'attività sportiva agonistica: come sottolineano gli esperti nella relazione, l'attività fisica concorre di per sé all'aumento della frequenza cardiaca, respiratoria e del metabolismo endogeno, determinando altresì disidratazione.

Tanto che il combinarsi di queste condizioni di stress potrebbe, in determinate circostanze, provocare una pericolosa alterazione dell'effetto dei farmaci assunti, se non addirittura modificare il loro percorso all'interno del nostro organismo.