domenica 25 agosto 2013

La leggenda di Larrie, il mostro del Lago di Como

Non sarà certamente famoso come quello di Loch Ness, ma anche il nostrano lago di Como può vantare il suo bel mostro acquatico.

Al contrario dei molti che l'hanno dimenticato, relegandolo nell'ambito delle curiosità o, al massimo, tra gli studi di criptozoologia, a ricordarsi della sua “esistenza” è stato nientemeno che Carlo Lucarelli, il noto scrittore di gialli e conduttore televisivo.

Nel suo ultimo libro Strane Storie, edito da Skira, dedicato ai misteri del mondo, Lucarelli ripercorre, con dovizia di particolari, la storia di questo mostro dimenticato, accostandola a quella del più rinomato parente scozzese.

Nel libro viene ripercorsa la storia delle apparizioni del Lariosauro -definito confidenzialmente Larrie (in quanto sta nel lago di Como)- che si sono susseguite a partire dalla metà dell'ottocento, fino ai giorni nostri.

Anche se la leggenda del mostro acquatico nacque nell'immediato dopoguerra quando, nel 1946, il “Corriere Comasco” ebbe a scrivere di un misterioso ed enorme animale, apparso nelle acque del Pian di Spagna.

Da allora le apparizioni divennero più frequenti, tanto che nel 1954 alcuni pescatori avvistarono uno strano animale che nuotava nelle acque di fronte ad Argegno, lungo un'ottantina di centimetri, con il muso e la parte posteriore del corpo arrotondata e dotato di zampe palmate.

Ma l'episodio più eclatante, avvenne tre anni dopo, quando nel mese di agosto vene avvistata, tra Dongo e Musso, un enorme creatura, la cui presenza venne confermata, il mese seguente, da alcuni biologi che si erano immersi con una batisfera nel lago, dove videro uno strano animale somigliante ad un coccodrillo.

Trascorsi più di cinquant'anni, Larrie tornò a far parlare ancora di se nel 2003, quando alcuni pescatori riferirono d'essersi imbattuti in una specie di serpente lungo oltre dieci metri.

Già in passato qualcuno aveva ipotizzato potesse trattarsi di un discendente, chissà come sopravvissuto, del Lariosaurus Balsami, ovvero del primo rettile fossile rinvenuto nel nostro Paese, a metà dell'ottocento.

In tal caso, saremmo stati di fronte ad un rettile bonaccione, ghiotto di pesci che pescava nelle profondità del lago, circa 200 milioni di anni fa.

Il fossile più lungo di Lariosaurus Balsami è oggi custodito in Germania, nel Museo di Monaco di Baviera, ed ha una lunghezza di 90 centimetri dopo che, nei bombardamenti del 1943, finì distrutto un altro esemplare, che si trovava nel Museo di Storia Naturale di Milano, la cui lunghezza non superava il metro e trenta centimetri.

A differenza di quanto accaduto a Loch Ness, in Scozia, dove sono stati capaci di trasformare la leggenda di Nessie in un vero e proprio business, per il “cugino povero” Larrie ci si deve accontentare di labili tracce fossili e di qualche leggenda popolare, anche quella sempre più sbiadita.

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