mercoledì 31 luglio 2013

Chi dorme bene in gravidanza, avrà certamente un bambino sano

L'importanza del fattore “sonno” sugli esseri umani, anche durante il delicato periodo della gestazione, è stata recentemente ribadita da uno studio condotto presso la Pittsburg Univerity, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Psychosomatic Medicine.

Secondo i ricercatori statunitensi, infatti, dormire in gravidanza fa bene alla salute del nascituro: lo aiuta a nascere di peso normale, oltre a favorire per la gestante una gravidanza serena e senza complicanze.
Viceversa, perdere il sonno, potrebbe mettere a rischio il futuro peso del bebè.

Il sonno in gravidanza, in questi termini, riveste notevole rilievo nei confronti di un sano sviluppo del feto, tanto è vero che, soprattutto all'inizio della gestazione, fatica e sonno si fanno sentire moltissimo nella donna incinta.

Sapientemente coordinati dalla psichiatra Michele Okun, gli esperti Usa hanno osservato e studiato un campione di 170 gestanti, alla 20/ima settimana di gravidanza, analizzando il loro sonno (quantitativamente e qualitativamente), nonché il funzionamento del loro sistema immunitario.

Al termine della sperimentazione, è emerso che le gestanti che avevano disturbi del sonno, presentavano anche uno stato infiammatorio alterato, tanto da farle considerare più a rischio complicanze, come il parto prematuro o -appunto- la nascita di un bambino sottopeso.


Dunque, mamme in dolce attesa, nel caso facciate fatica a prendere sonno, ovvero ritenete di dormire male, rivolgetevi senza indugio al vostro ginecologo di fiducia per avere i giusti consigli e, del caso, le opportune prescrizioni sanitarie o farmacologiche.

martedì 30 luglio 2013

Salute: Calo ormoni sessuali maschili causa i sintomi del Parkinson

Questo è quanto afferma uno studio prodotto da un team di neurologi della Rush University, secondo cui un calo improvviso del testosterone, l'ormone sessuale maschile, può provocare sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson.

Nel descrivere i risultati di questa ricerca sul 'Journal of Biological Chemestry”, Kalipada Pahan, responsabile del progetto, ha spiegato “Mentre molti studi sul morbo di Parkinson si concentrano sull'utilizzo di diverse tossine e su complessi approcci genetici, noi abbiamo scelto di concentrarci sul testosterone”.

Così facendo, gli scienziati statunitensi hanno scoperto che l'improvviso crollo dei tassi di testosterone, come avviene ad esempio subito dopo una castrazione, può essere sufficiente a causare sintomi analoghi a quelli del morbo, nonché l'insorgenza di una patologia come il Parkinson nei topi maschi.

Abbiamo rilevato inoltre” -ha proseguito l'esperto- “che l'integrazione dell'ormone nella forma diidrotestosterone dall'enzima 5-alfa-reduttasi, produce un'inversione della malattia nel modello murino”.


In ultima analisi -conclude Kalipada Pahan- l'attivazione di interventi mirati alla conservazione di un buon livello di testosterone nei maschi, potrebbe rappresentare un importante passo in avanti, soprattutto in termini di promozione della resistenza nei confronti del morbo di Parkinson.

lunedì 29 luglio 2013

MAGIA | NOSTRADAMUS: FU UN VERO PROFETA O SOLO UN CIARLATANO?

Coloro che, a posteriori, cercano un riscontro a quanto scritto -secoli fa- dal famoso veggente Nostradamus, sono costretti ad eseguire un lavoro di libera interpretazione, attraverso la decodifica di simboli generici e metafore oscure, alterando in ogni caso il significato originario delle sue “profezie”.

All'epoca in cui furono scritte le sue Centurie, infatti, non era del tutto conveniente apparire chiari e diretti, soprattutto per il timore d'incappare nelle ire di fanatici religiosi.
Anche per questo, pare che l'autore oscurasse volontariamente i propri scritti, utilizzando artifici come l'uso alternato di diverse lingue (provenzale, greco, latino, italiano, ebraico e arabo), ricorrendo all'uso di simboli, anagrammi e neologismi.

Al punto che nella seguente quartina (I, 29), qualcuno ha visto addirittura l'arrivo degli extraterrestri “Quando il pesce terrestre acquatico / da forte onda sulla spiaggia sarà messo / la sua forma strana soave e orrenda / dal mare ai muri ben presto nemici....chiaro, no?

Per non dire di quello che è successo dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001, dove non è mancato chi (sempre a posteriori) ha trovato profetiche le seguenti quartine Cinque e quaranta gradi il cielo brucerà / fuoco si approssimerà sulla Città Nuova / nell'istante grande fiamma espanse brucerà / quando si vedrà dei Normanni fare l'esperimento”.
Veramente suggestivo, peccato che “cinque e quaranta gradi” non è la latitudine di New York, ma di altre città quali Montreal, Ottawa, Lione, Milano o Torino...e poi, dove sarebbero finiti i Normanni?

Non mancano altri affascinanti esempi, come quello della quartina che -secondo alcuni- si occuperebbe nientemeno che di Adolf Hitler Bestie favolose di forme, traghettanti fiumi / da più parti del campo andranno incontro a Hister / in gabbie di ferro il grande le farà trascinare / quando nessuno osserverà la Germania”.
Peccato, però, che il termine “Hister” nulla abbia a che fare con Hitler: sulle mappe romane, infatti, con il nome di “Hister” o “Ister”, era indicata la regione del basso corso del Danubio.
Anche in questo caso, dunque, lo schema delle profezie di Nostradamus si rivela sempre lo stesso, improntato alla vaghezza e all'indeterminatezza, arricchite da metafore e simboli esoterici.
Così facendo, del resto, prima o poi qualcosa la si azzecca, ma solo a fatti già accaduti e a seguito di una fantasiosa -a volte bizzarra- interpretazione.

Nostradamus si guarda bene dal fornire riferimenti oggettivi e facilmente identificabili e, nei pochi casi in cui ciò avviene, le sue profezie non si sono mai avverate.
Tra queste, l'indovino avrebbe indicato la data del 1732, che avrebbe rappresentato il culmine di una lunga e sanguinosa persecuzione religiosa che, in effetti, non c'è mai stata, la distruzione totale della specie umana nel 1792 (l'umanità non si è estinta), nonché un evento catastrofico nel 1999, anno che si è distinto solo per l'eclissi solare dell'11 agosto.

Nonostante le molte evidenze dimostrino che Nostradamus non abbia, in realtà, predetto nulla nelle sue Centurie, sono ancor oggi tantissimi i seguaci ed i credenti dell'indovino in tutto il mondo.
Tra loro c'è chi non demorde, anzi, continua a sostenere che se la fine del mondo non è ancora arrivata, bisognerebbe cercare meglio in qualche altra parte delle Centurie.

Non bisogna stupirsi più di tanto: credere al magico è un bisogno “reale” della nostra sfera irrazionale, che fa anche parte della nostra cultura.
In verità: quanti di noi vorrebbero avere notizie sul futuro che li aspetta, sull'amore, sul lavoro, sapere se sarà inventata una cura per una malattia incurabile?

Non essendo in grado la scienza moderna di fornire risposte a queste domande, ecco che in molti emerge il bisogno di avere, comunque, un riscontro (vero o inventato non importa), con la conseguenza di rivolgersi a quei soggetti che “vendono” soluzioni a buon mercato: veggenti, sensitivi, guaritori, ecc., ecc.

domenica 28 luglio 2013

SALUTE | SONNO: CON LA LUNA PIENA SI DORME MALE

Nulla a che fare con l'astrologia: è scientificamente provato, invece, che le fasi lunari possono influenzare gli ormoni che regolano il sonno, nonché la sua durata nella fase profonda.
Quelle volte che ci capita di far fatica a prendere sonno, di dormire male, oppure quando ci svegliamo ancora assonnati, e ci sentiamo poco riposati, prima di formulare qualsiasi ipotesi, apriamo la finestra e diamo un'occhiata al cielo: nel caso la Luna fosse piena, con ogni probabilità potremmo aver trovato il “colpevole” dei nostri fastidi.

E' quanto afferma uno studio pubblicato sul Current Biology, indicando i cicli lunari quali responsabili dell'influenza sull'attività cerebrale e sui livelli di ormoni nel sangue che, di fatto, contribuirebbero in larga parte a modificare la fisiologia del sonno.
La scoperta di questo legame, tra la Luna e la qualità del sonno, la si deve al team di ricercatori guidato da Christian Cajochen, della University of Basel.
Pare che gli scienziati abbiano notato che, alcune specie marine, mostravano ritmi endogeni con periodicità circalunare ma che -a dispetto di detti e credenze popolari- non vi era alcuna prova consistente a sostegno dello stesso tipo di connessione tra cicli lunari e fisiologia comportamentale umana.

Non convinti, i ricercatori del team, hanno voluto approfondire la questione analizzando il sonno di una trentina di persone, registrandone i pattern cerebrali, il movimento degli occhi (Rem) e le secrezioni ormonali, raccogliendo infine le impressioni dei soggetti sottoposti all'esperimento.
I risultati avrebbero dimostrato, inequivocabilmente, come in concomitanza della Luna piena, la qualità del sonno registrata, tenda a diminuire.
In particolare, le persone impiegavano più tempo a prendere sonno, dormendo mediamente meno che in altre fasi del ciclo lunare.
Non solo, anche i livelli di melatonina (l'ormone che regola il ritmo sonno-veglia) risultavano più bassi durante la Luna piena.

L'insieme dei risultati -hanno concluso i ricercatori- suggerisce che anche la specie umana non è immune agli effetti dei cicli lunari, pur non essendone pienamente consapevole.

Forse un retaggio, questo, di un lontanissimo passato in cui le attività e i comportamenti dell'uomo avrebbero potuto essere influenzati dai cicli lunari.

sabato 27 luglio 2013

AUTO | MOBILITA' SOSTENIBILE: ECCO COME GUIDARE IN MODO ECOLOGICO ED ECONOMICO

Un catalogo delle auto meno inquinanti, accompagnato da una serie di utili e pratici consigli da seguire nell'uso dell'automobile, ancor oggi il mezzo di trasporto più utilizzato, soprattutto nei grandi centri urbani.
Si chiama “Guida sul risparmio di carburanti e sulle emissioni di anidride carbonica delle autovetture 2013” e, come previsto dalla direttiva comunitaria 1999/94/CEE, prende in esame l'impatto che le automobili hanno sull'ambiente, stilando in proposito una graduatoria dei modelli che emettono meno anidride carbonica, suddivisi per alimentazione (benzina, gasolio, ibrida).
In tale contesto, una menzione speciale viene riservata ad alcuni modelli, che ottengono gli stessi risultati mediante l'utilizzo di GPL o metano.
Una sezione a parte, invece, è dedicata ai modelli di auto a trazione completamente elettrica (o con motore ausiliario a benzina)

Secondo il manuale, tra le automobili ibride a benzina, a minor impatto ambientale, spiccano le Toyota: la Prius Plug-in (49 g. di CO2/Km. percorso), la Yaris Hybrid (79) e l'Auris Hsd (84).
Il primo posto nella categoria delle ibride a gasolio è, invece, occupato dalla Volvo V60 Plug in Hybrid (48 g. di CO2), seguita a ruota dalle Renault Clio (83) e Twingo (85), entrambe equipaggiate con il 1.5 dCi.
Infine, la Kia Picanto è la meno inquinante delle auto a Gpl e a benzina, mentre la Fiat Panda è la migliore per benzina e metano.

Il resto della “Guida” si occupa di dare consigli pratici, come quello di evitare -in auto- quei comportamenti spesso dettati dalla fretta o dal nervosismo: come spingere continuamente sull'acceleratore al semaforo, per poi ripartire a razzo una volta tornato il verde, oppure tenere i finestrini chiusi e l'aria condizionata al massimo, solo per ascoltare la musica a tutto volume.
In questi casi, per inquinare di meno e risparmiare carburante, basterebbe veramente poco.

Tra i primi consigli, infatti, c'è quello di accelerare gradualmente, inserendo al più presto la marcia superiore; mantenere una velocità moderata ed il più possibile uniforme; guidare in modo attento e morbido, evitando frenate brusche e cambi di marcia repentini.
Stessa cosa, al contrario: rallentare in modo graduale, rilasciando l'acceleratore con la marcia innestata, spegnere il motore solo a veicolo fermo.
Ricordarsi, poi, di effettuare i controlli e le registrazioni previsti dalla casa costruttrice: in particolare, cambiare l'olio al momento giusto e smaltirlo correttamente; mantenere la pressione degli pneumatici entro i valori raccomandati.

Per limitare consumi ed inquinamento è, altresì, consigliabile togliere portasci o portapacchi subito dopo l'uso, portare nel bagagliaio solo gli oggetti indispensabili e non effettuare modifiche sul veicolo, con alettoni e spoiler.
E' importante sapere, inoltre, che il condizionatore dell'aria fa salire i consumi anche del 25 per cento, in certe condizioni d'uso: se il clima lo consente, meglio sarebbe aprire i finestrini, oppure l'areazione interna.

A quanto si apprende dall'Agenzia Europea per l'Ambiente, i dati relativi al nostro Paese parlano di una progressiva riduzione delle emissioni di anidride carbonica, tanto che già nel 2011 è stato raggiunto l'obiettivo di 130 g/Km, fissato dall'Ue per il 2015.

In generale, i dati confermano la riduzione continua dei consumi, data anche la presenza della versione ecologica dei vari modelli di autoveicoli, in quasi tutti i listini della maggiori Case automobilistiche.

venerdì 26 luglio 2013

SALUTE | ALIMENTAZIONE: COME DIMAGRIRE MANGIANDO IL PANE

Quanti sono gli italiani e le italiane che riuscirebbero a fare a meno del pane nella propria dieta alimentare quotidiana?
C'è da scommetterci che, alla prova dei fatti, il loro numero sarebbe veramente esiguo.
Il pane, infatti, molto più di altri alimenti è considerato un vero e proprio nemico da tutti coloro che si accingono ad affrontare una dieta dimagrante.
Ad onor del vero tale affermazione, pur avendo un fondo di verità, non è del tutto corretta: molto dipende, infatti, dalla qualità del pane, che può essere di diversi tipi, ognuno dei quali con proprie e ben specifiche caratteristiche.

Premesso che il primo ed indispensabile ingrediente di una dieta corretta è il cosiddetto “buon senso”, proviamo a vedere come affrontare il problema, senza dover obbligatoriamente escludere il pane dalla nostra alimentazione.
Innanzitutto evitiamo di combinare, durante lo stesso pasto, pasta e pane, riso e pane e così di seguito, perché in questo caso finiremmo per dare ragione a chi dice che non si può praticare una dieta mangiando pane.
Opportuno sarebbe, invece, conoscere meglio le varie tipologie di pane con le relative caratteristiche e calorie, nonché le quantità da assumere.

Iniziamo con quello che viene denominato pane normale, realizzato con farina di grano tenero, più o meno ricco di mollica a seconda della lavorazione del panettiere, e contenente 269 calorie per 100 grammi.
È il pane maggiormente utilizzato, lo si trova regolarmente anche nei forni artigianali, dove viene in genere cotto nei forni a legna.
C'è poi la classica rosetta, una delle più amate dagli italiani, anche perché comoda da consumare per un veloce spuntino; è però più calorica rispetto al pane normale, visto che contiene 289 calorie per 100 g, ed è pertanto sconsigliabile, a meno che non se ne consumi nella quantità di semplice panino.

Il pane di segale, invece, è quello con meno contenuto calorico in assoluto, dato che contiene solo 219 calorie per 100 g. e, per questi motivi, potrebbe certo far comodo a chi non vuol rinunciare a qualche fetta in più a tavola ma -attenzione- ha il difetto di essere particolarmente ricco di sale, per cui sarebbe opportuno evitarlo.
Veniamo ora al pane integrale, in assoluto il più consigliabile, visto che è uno dei meno calorici con le sue 224 calorie per 100 g.: questo tipo di pane possiede, inoltre, parecchi vantaggi.

In primo luogo è particolarmente saziante, grazie alla grande quantità di fibre che contiene, fibre che aiutano altresì a regolare la funzione intestinale, viceversa messa a dura prova dall'ingestione del pane normale.
Un altro tipo di pane che appartiene a pieno titolo alla categoria dei più amati, se non altro dai bambini, è il pane al latte: gustoso, soffice e morbido.
Anch'esso, però con un difetto non trascurabile: le sue 295 calorie per 100 g., che lo rendono, di fatto, sconsigliabile in una dieta ipocalorica.

Infine, ecco il pane all'olio, uno dei più apprezzati e saporiti, ma anche in assoluto il più calorico con le sue 299 calorie per 100 g.; ciò che lo frega è l'apporto dei grassi utilizzati nella preparazione, addirittura 5,8 g. per ogni etto.
Anche dal panino all'olio, dunque, è meglio stare alla larga, a patto che non si vogliano ridurre notevolmente le quantità degli altri alimenti della nostra dieta, a compensazione dell'eccesso di calorie ingerite.

In conclusione, come appare da questa pur breve carrellata, bisogna dire che c'è pane e pane, e quindi non tutto va eliminato, anche se è necessario esercitare un'opzione a favore di quello che riteniamo il più adatto alle nostre esigenze.
Nel caso di una dieta ipocalorica, a scopo dimagrante, quello che meglio si adatta è certamente il pane integrale, soprattutto per il fatto che, a fronte di uno scarso peso calorico, possiede un alto valore saziante.
Convinti? Il pane, di per sé, non rappresenta un alimento nemico della nostra dieta, basta usare moderazione, oltre all'ingrediente indispensabile di cui abbiamo detto all'inizio, ovvero: il buon senso.

AMBIENTE | ACQUA: FRA 50 ANNI NON AVREMO ABBASTANZA ACQUA PER TUTTI

L'allarme è stato lanciato, questa volta, da più di 500 ricercatori provenienti da tutto il mondo, riunitisi a Bonn (Germania) circa due mesi fa per il convegnoWater in the Anthropocene”: tempo altre due generazioni e la maggioranza della popolazione mondiale non avrà sufficiente acqua a disposizione.
I cambiamenti climatici, la cattiva gestione e l'uso eccessivo di acqua, rappresentano le serie minacce per il benessere dell'uomo sul pianeta terra.

Si badi bene, non si tratta assolutamente di previsioni apocalittiche, bensì di un semplice aggiornamento dei dati del Global Water System Project (GWSP) sul consumo di acqua a livello mondiale dal 2004, fino ai nostri giorni.
Ma tutta questa criticità, secondo gli esperti, sarebbe auto-inflitta dall'uomo e, pertanto, evitabile.
Molte sono, infatti, le influenze negative esercitate dall'uomo sul sistema idrico globale, tra cui: l'immagazzinamento dell'acqua in serbatoi, sottraendola con ciò agli ecosistemi naturali; prelevamento in eccesso dai fiumi e dalle acque sotterranee con conseguente depauperamento delle falde; inquinamento dell'acqua disponibile, con effetti negativi sulla salute delle forme di vita acquatiche; eccesso di impermeabilizzazione del territorio.


Con la Dichiarazione di Bonn, gli oltre 500 scienziati ivi riuniti hanno sottolineato con forza la necessità di costruire un nuovo modo di pensare all'acqua, una risorsa che dovrà essere – il prima possibile- organizzata e gestita a livello globale.
Il rapporto conclusivo indica le linee guida per salvare la vita del pianeta, quando questo sarà abitato da 9 miliardi di persone.

Ecco i 6 provvedimenti da mettere in atto al fine di proteggere l'acqua:

  1. Potenziare la ricerca sul sistema idrico globale;
  2. Riassumere le attuali conoscenze sul sistema “acqua” per migliorarne la protezione;
  3. Formare la prossima generazione di ricercatori specializzati nel settore idrico;
  4. Incrementare il monitoraggio dell'acqua;
  5. Trovare nuove soluzioni per salvaguardare gli ecosistemi nel caso di costosi interventi strutturali;
  6. Stimolare l'innovazione nella gestione dell'acqua.
La ricerca presentata a Bonn, infine, pur non trascurando i progressi per migliorare l'approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari che hanno portato indubbi benefici per le persone in tutto il mondo, mette allo stesso tempo in guardia sulla necessità di considerare obiettivi più ampi di sviluppo sostenibile nel contesto del sistema idrico globale.

giovedì 25 luglio 2013

VACANZE | CASA | FURTI: COME PROTEGGERE LA PROPRIA ABITAZIONE DAI TOPI D'APPARTAMENTO

Primi caldi, prime partenze per le vacanze: è proprio questo il momento giusto per mettere in sicurezza la propria abitazione, per proteggerla innanzitutto dagli attacchi dei “topi d'appartamento”.
Le migliori strategie per difendersi si rivelano spesso le più semplici, come ad esempio quella di evitare sbadataggini ed ingenuità.
A tale riguardo, Immobiliare.it -sito leader del settore immobiliare online- ha predisposto un vero e proprio vademecum, per difendere efficacemente il nostro appartamento, soprattutto durante le meritate vacanze, lontani dalla città.

Vediamolo insieme:
  1. E' possibile oggi, grazie all'ausilio di semplici webcam domotiche, tenere d'occhio -anche da remoto- cosa avviene all'interno del nostro appartamento, senza per ciò dover installare complicati e costosi sistemi di videosorveglianza.
  2. E' un dato di fatto che la tecnologia, nel corso degli ultimi anni, ha fatto passi da gigante: di ciò anche i ladri se ne sono accorti, non dimentichiamocelo, anzi cerchiamo di essere un passo avanti a loro.
    Nella scelta delle chiavi per la serratura della porta, o del portoncino blindato di casa nostra, optiamo per quelle di nuova generazione, rispetto a quelle più diffuse e conosciute; anche se sono molto costose, hanno quantomeno il vantaggio di far avvisare il proprietario nel caso di una loro duplicazione.
  3. Sempre per quanto riguarda l'argomento “chiavi”, nel caso decidessimo di lasciarle al vicino, meglio sarebbe consegnarle di persona, evitando di lasciarle sotto lo zerbino, nel vaso di fiori accanto all'ingresso, o in altri luoghi simili: difficilmente la cosa sfuggirebbe al malintenzionato che vi sta “curando” -a vostra insaputa- già da un po'.
  4. Se pensiamo di allontanarci da casa per un periodo abbastanza lungo, lasciamo detto al postino di non recapitarci la corrispondenza fino al nostro ritorno, anche perché l'accumulo di corrispondenza nella nostra cassetta delle lettere rappresenterebbe, di fatto, un chiaro indice della nostra assenza.
  5. Se nel nostro condominio le pulizie sono affidate ad un'impresa, potrebbe facilmente capitare che, una volta sollevato per pulire, lo zerbino non venga rimesso al suo posto; poiché anche questo potrebbe rappresentare un indizio della nostra assenza, mettiamoci d'accordo con chi pulisce per evitarlo.
  6. Mentre ci accingiamo a lasciare il nostro appartamento per le vacanze, evitiamo di spegnere del tutto gli elettrodomestici: mettiamo in stand by anche il solo televisore, ciò al fine di dimostrare che la corrente a casa nostra è in uso. Nei contatori di nuova generazione, infatti, una spia luminosa segnala quando non si sta consumando corrente da più di 20 minuti, e questo è un ulteriore chiaro segnale di assenza.
  7. Infine, attenzione anche ai social network: è vero, si tratta di uno straordinario strumento di condivisione...anche per i ladri, però.
    Non pubblicizziamo mai, se possibile, su Facebook, Twitter o altri social, il fatto che siamo in vacanza, che stiamo per partire il tal giorno, oppure la data in cui torneremo a casa.
    Così facendo, eviteremo di servire su di un piatto d'argento le coordinate della nostra assenza (e della casa incustodita) ai “topi d'appartamento”.
    Aspettiamo, semmai, d'essere tornati, prima di postare le foto scattate durante la nostra vacanza da sogno.
    Ed ora, non resta che augurare una buona (e sicura) partenza a tutti.

lunedì 22 luglio 2013

SALUTE | BOTULINO: ECCO IL KILLER INVISIBILE DEL PESTO SOTT'OLIO

Il botulismo è una patologia causata da un'intossicazione alimentare, dovuta all'ingestione di sostanze nelle quali è presente la tossina del Clostridium botulinum.
Questo batterio, diffuso nel terreno, è del tutto innocuo finché si trova a contatto con l'ossigeno.
A trasformarlo in un'autentica minaccia per la vita umana, come nel caso di Genova in cui sono state ricoverate venti persone che avevano consumato del pesto in vasetti, sono -spesso- le cattive condizioni di conservazione degli alimenti.

Fortunatamente, però, ciò non avviene in ogni circostanza: la tossina viene infatti prodotta solo in mancanza di ossigeno, e quando le temperature superano i cinque-dieci gradi, mentre non si forma in ambienti molto acidi (salsa di pomodoro o aceto).
Onde evitare ogni tipo di rischio, poiché il vero nemico del botulino è rappresentato dal calore, basterebbe cuocere i cibi da conservare a 105° per due ore, oppure metterli nella pentola a pressione per dieci minuti.
In caso di cottura breve, e se i cibi sono successivamente conservati sott'olio, si corre il rischio che qualche spora possa sfuggire.

D'altra parte, non esiste alcun modo certo per riconoscere i cibi contaminati dal botulino, essendo questo batterio incolore e inodore.
Si pensi, al riguardo, che il botulismo può esprimersi in forma lieve, oppure fulminante e può portare alla morte nel giro di ventiquattro ore.
In generale, più i sintomi compaiono precocemente, più l'intossicazione è grave.
Per primi compaiono sintomi legati a disturbi della vista, con una progressiva difficoltà nel parlare, una secchezza della bocca e della faringe.

Il più delle volte si riscontrano i sintomi tipici dell'avvelenamento, con nausea e vomito e, in alcuni casi, vertigini, astenia e capogiri.
La conseguenza più grave è la paralisi dei muscoli respiratori,che può portare alla morte, se non si provvede subito alla respirazione artificiale.
Bisogna pur dire che, se con il ceppo batterico A (presente negli Stati Uniti) si ha una mortalità nel 60-70% dei casi di botulismo, qui da noi in Europa, dove è presente il tipo E, si ha una mortalità minore, del 10-30%.

In ogni caso, ciò che riveste un ruolo fondamentale nei casi di botulismo è, senz'ombra di dubbio, una diagnosi precoce, con somministrazione immediata di antitossine polivalenti: quando la persona intossicata ha superato la fase della paralisi, è lecito aspettarsi la sua completa guarigione.
Attenzione, dunque, al consumo di alimenti conservati sott'olio, soprattutto nel caso siano stati confezionati in casa, con metodi “artigianali”.

sabato 20 luglio 2013

SALUTE | ALIMENTAZIONE: 10 CONSIGLI UTILI PER USARE IN MODO CORRETTO IL FRIGORIFERO

Forse non tutti sanno che il primo frigorifero fu commercializzato soltanto a partire dal 1913, dando con ciò il via a quel fenomeno che gli storici hanno definito la “delocalizzazione dei gusti alimentari”, in considerazione del fatto che, da allora, alle persone fu possibile accedere cibi esotici, prodotti a migliaia di chilometri di distanza.
Come recita un famoso proverbio, però, non è tutto oro quel che luccica: anche nell'uso del frigorifero, infatti, bisogna stare molto attenti a non commettere errori che potrebbero alterare, ad esempio, gusto e proprietà di frutta e verdura.

L'elettrodomestico rifugio di cibo, prelibatezze, acqua e bibite facenti parte della nostra dieta quotidiana potrebbe, dunque, diventare addirittura il peggior nemico della nostra sicurezza alimentare, sia in casa che negli esercizi pubblici.
Tanto che mettere in frigo, ad esempio, frutta esotica ed agrumi, potrebbe farli diventare amari, mentre il pane diventa raffermo più velocemente, se esposto a basse temperature.
A stilare un vero e proprio decalogo della sicurezza nel frigorifero ci ha pensato, allora, il Ministero della Salute.
Ed ecco, di seguito, le 10 raccomandazioni da seguire.
  1. Verificare che la temperatura, all'interno del frigorifero, sia di circa 4-5 gradi a livello della mensola centrale, e che il frigo sia lontano da fonti di calore;

  2. Dato che ogni zona del frigo mantiene temperature diverse, il punto più freddo -generalmente- è in coincidenza della mensola più bassa, sopra il cassetto delle verdure;

  3. Non conservare mai gli alimenti oltre la loro scadenza;

  4. Ogni alimento ha la sua temperatura di conservazione: ad esempio, carne e pesce devono stare nella parte più fredda, solitamente nel comparto inferiore; il pesce fresco, eviscerato e lavato, va consumato entro 24 ore; la carne, se macinata, va mangiata entro 24 ore, (entro 48 ore se di pollo o tacchino), entro 3 giorni nel caso di affettati non confezionati e carne fresca; la parte centrale è idonea per uova, latticini, dolci a base di creme e panna, e per gli alimenti da conservare in frigo dopo l'apertura; le mensole all'interno della porta sono i punti più caldi del frigorifero, e devono essere destinate ai prodotti che necessitano di una leggera refrigerazione (bibite, burro);

  5. Il frigorifero non è indicato per qualsiasi alimento: frutta e verdura stanno meglio a temperatura ambiente;

  6. Non mettere mai in frigo alimenti caldi;

  7. Attenzione alle cross-contaminazioni: vanno separati gli alimenti crudi, da quelli cotti o già pronti;

  8. I contenitori devono essere puliti e chiusi;

  9. Pulire con regolarità l'interno del frigorifero;

  10. Evitare di stipare in modo eccessivo di alimenti il frigo, l'aria fredda all'interno deve poter liberamente circolare attorno al cibo.

venerdì 19 luglio 2013

ECONOMIA DOMESTICA: 10 CONSIGLI UTILI PER RISPARMIARE SULLE BOLLETTE DI LUCE E GAS

A quanto rivela una ricerca commissionata dal sito web comparativo Facile.it, una famiglia “tipo” italiana spende, mediamente, in un anno -tra luce e gas- circa 200 euro in più di quanto dovrebbe.
In realtà, riuscire a risparmiare sulle bollette è più facile di quanto si pensi, basta sapere come farlo.
Ecco allora, 10 consigli utili per raggiungere questo obiettivo:

  1. Cucinare e risparmiare: utilizzare la pentola a pressione al posto della pentola tradizionale, consente un risparmio di circa 8 euro.
  2. Ben 23 euro si potrebbero risparmiare con un piccolo accorgimento: staccando il frigo di qualche centimetro dal muro, al fine di consentire un miglior funzionamento.
  3. Assicurarsi di aver chiuso bene il freezer, ruberà pure qualche istante alle nostre attività, ma ci farebbe guadagnare 21 euro all'anno.
  4. Se invece di usare il piano cottura elettrico usassimo quello a gas, risparmieremmo altri 19 euro.
  5. Perchè usare il programma della lavastoviglie per asciugare i piatti? Farlo a mano aggiungerebbe altri 18 euro nel nostro salvadanaio.
  6. Chi di noi scalda il latte o il sul gas, invece che nel microonde, spende 16 euro in più nella bolletta; se possediamo un forno microonde, è importante utilizzarlo al meglio: usiamolo, per esempio, per scongelare o riscaldare i cibi, perché fare le stesse operazioni con il forno tradizionale ci costerebbe fino a 33 euro in più.
  7. Riscaldarci e risparmiare: evitiamo di tenere il nostro crono termostato programmato a 20-21°, scegliendo invece una temperatura costante inferiore di un solo grado; questa semplice operazione ci farà risparmiare addirittura 120 euro all'anno: immaginate se ciò fosse fatto da ogni Comune, provincia o regione per gli edifici pubblici?
  8. Se invece scegliamo uno scaldabagno elettrico, invece che uno a gas, ci troveremo a spendere 176 euro in più ogni anno.

Insomma, cambiare abitudini e risparmiare: come per tutte le cose, anche per il risparmio è necessario partire dai piccoli gesti quotidiani.
Le seguenti “buone abitudini”, infatti, ci porteranno ad un ulteriore risparmio di quasi 150 euro all'anno.

  1. Eliminiamo lo stand by di alcuni dei nostri elettrodomestici (microonde, lettore DVD, computer, macchina del caffè elettrica, televisore): il nostro risparmio, in questo caso, sarà di 56 euro l'anno; operazioni come quella di programmare il condizionatore (specie nelle ore notturne), invece che lasciarlo andare in modalità continua, 54 euro, spegnere le luci nelle stanze anche per solo un'ora al giorno se non sono necessarie, 30 euro.
  2. Il prossimo Natale usiamo per il nostro albero luci a LED invece che ad incandescenza, equivarrà a 4 euro risparmiati.

Un'ultima “chicca”: stacchiamo il caricatore del cellulare dalla presa di corrente una volta che la batteria del nostro telefonino ha raggiunto la carica, vale 1,5 euro.
Scusate, se tutto questo vi pare poco...

martedì 16 luglio 2013

SALUTE | ALIMENTAZIONE | DIETE: PURTROPPO NON ESISTONO SCORCIATOIE PER PEDERE PESO

Inseguire il miraggio del dimagrimento rapido, magari incappando in una di quelle diete che promettono scorciatoie, può rivelarsi, alla fine, un vero e proprio flop.
Questa volta è l'Unione Nazionale Consumatori (Unc) a lanciare l'allarme, a proposito di possibili inganni della “gola”.
L'amara verità, purtroppo, come ci ricorda il segretario generale dell'associazione, Massimiliano Dona, è che Per dimagrire non bisogna avere fretta, ciò che va modificato sono le errate abitudini alimentari”.
Dona mette così in guardia le aspiranti taglie 40 “Attente agli stregoni: se si vuol perdere peso, ci si deve sempre rivolgere a degli esperti, evitando di seguire diete strampalate, frutto di improvvisate fattucchiere”.

Da un'indagine commissionata dall'Unione Nazionale Consumatori -precisa Dona- sono emersi consigli sul cibo, a dir poco davvero curiosi: c'è, ad esempio, chi suggerisce di nutrirsi esclusivamente di patate, chi invita a bere vodka solo perché è meno calorica del vino, mentre sono in voga, quest'anno, la dieta della luna, quella degli omogenizzati, per non dire infine di quella ipnotica.
Ora, partendo dall'assunto che una dieta equilibrata deve sempre essere adattata all'organismo di chi, poi, dovrà seguirla, ecco alcuni utili consigli -che arrivano direttamente dall'Unc- per provare a perdere, in tutta sicurezza, qualche chilo di troppo:
  1. Iniziamo i nostri pasti, possibilmente, consumando un'abbondante insalata mista, poco condita, che ci darà un senso di sazietà, fornendoci al contempo importanti principi nutritivi;
  2. Evitiamo di mangiare speciali tipologie di pane, soprattutto quelle cui vengono aggiunti grassi animali o vegetali;
  3. Riduciamo al minimo indispensabile il consumo di formaggi, dando semmai preferenza a quelli più leggeri, accanto al consumo di latte e yogurt scremati;
  4. Alterniamo il consumo di carne a quello di pesce, cucinato alla griglia o lesso, condito con solo limone o qualche goccia d'olio;
  5. Cerchiamo di consumare, preferibilmente, frutta e verdura in abbondanza;
  6. Limitiamo moltissimo il consumo di bevande alcoliche e/o zuccherate.
In conclusione -avverte Dona- “Si dovrebbe scegliere un'alimentazione varia, si dovrebbero limitare le dosi e bisognerebbe tenere sempre a mente che una vita sedentaria è nemica della linea: senza fare del moto è praticamente impossibile dimagrire.

domenica 14 luglio 2013

SALUTE | ANSIA | STRESS: E' IL LOGORIO DELLA VITA MODERNA CHE PERMETTE AL GENERE UMANO DI SOPRAVVIVERE

Contrariamente a quanto considerata nell'uso comune, la parola “stress” è tutt'altro che figlia dei nostri tempi moderni.
Questo termine, generalmente utilizzato per indicare uno stato di tensione, ansia, malessere diffuso e preoccupazione, era in voga già all'età della pietra, seppur non nella stessa accezione che oggi conosciamo.

Anche l'uomo primitivo, infatti, soffriva di emozioni e sentimenti e provava stati d'ansia, tanto che è stato proprio lo stress uno dei principali fattori che ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere a bestie feroci e a condizioni climatiche ed ambientali, il più delle volte inospitali.
Senza provare un forte stato d'ansia, difficilmente gli uomini primitivi avrebbero potuto difendere se stessi e i loro famigliari, ad esempio, dall'attacco di tigri con i grandi denti a sciabola.
 
Ai giorni nostri, pur non essendo minacciata la nostra sopravvivenza da animali antidiluviani, altri nemici -più astuti ed invisibili- attaccano quotidianamente la nostra specie.
Dall'inquinamento all'alimentazione, dai ritmi lavorativi al traffico cittadino, i moderni moloch sono lì fuori in agguato, l'importante è non farsi trovare impreparati.
Ecco, allora, alcuni consigli utili per combattere la nostra personale guerra al logorio della vita moderna.
  • Ricordate quando eravate imbottigliati nel traffico alle sette di sera, dopo una dura giornata di lavoro, ed improvvisamente hanno trasmesso alla radio una canzone che vi ha fatto subito sentire un po' meglio? Ebbene, in quel caso, avete sperimentato il grande potere taumaturgico della musica, che può motivare, ispirare ma, soprattutto, rilassare;

  • Sforzatevi di dormire un po' di più: molti studi hanno dimostrato che il sonno possiede la capacità di rendere più attenti, di migliorare il funzionamento cognitivo e di diminuire lo stress;

  • Dedicate, senza esagerare, almeno un po' del vostro prezioso tempo all'esercizio fisico: otterrete il risultato di ridurre la produzione di ormoni che causano lo stress (come il cortisolo), aumentando al contempo quella delle benefiche endorfine;

  • Basta con quei musi lunghi: ridere fa bene, non ha alcuna controindicazione, e non costa nulla;

  • Per aiutare il buon umore, regalatevi 40 g. di cioccolato fondente al giorno, per due settimane: ridurrete, anche in questo caso, il livello degli ormoni responsabili dello stress;

  • Riflettete su quanto tempo perdete imbottigliati nel traffico, o alla ricerca di un impossibile parcheggio: poiché per l'uomo moderno il fatto stesso di possedere un'automobile, rappresenta una delle principali fonti di stress, non appena potete, salite in sella alla vostra bicicletta, un mezzo senz'altro economico ed ecologico, che vi permette di viaggiare ad impatto zero e che, come dicono parecchie ricerche, pare abbia un impatto benefico sia sull'umore, che sulla forma fisica.

PENSIONI | INPS: TUTTE LE CONTRADDIZIONI E LE ANOMALIE DEL SISTEMA PENSIONISTICO ITALIANO

Vediamo, nel concreto, quali e quante sono le contraddizioni del sistema previdenziale del nostro Paese, in attesa di valutare quali saranno gli effetti della riforma Fornero, approvata dal precedente governo Monti.
Attualmente, circa 7 milioni di italiani, ovvero circa il 44% dei pensionati, riceve dall'Inps un assegno che non arriva a mille euro netti al mese e che, nel 13% dei casi, non supera nemmeno i 500 euro.

Questo dato -impressionante- è preso pari pari da un rapporto dell'Istat sui trattamenti pensionistici degli italiani, redatto in collaborazione con la stessa Inps.
Eppure, sempre secondo i dati ufficiali, la spesa previdenziale italiana si attesta intorno al 15% del Pil, per un totale di 265 miliardi di euro.
Allora, vien proprio da chiedersi, perché le pensioni della maggior parte degli italiani sono così basse, se l'Inps spende invece così tanto?

Proviamo a dare una risposta, analizzando più attentamente i dati relativi alle classi d'età e di reddito dei nostri pensionati.
A fronte dei sette milioni di persone che tirano avanti con meno di mille euro al mese, ci sono infatti 740mila pensionati (dati aggiornati al 2010) che ricevono dall'Inps un assegno di oltre 3.000 euro al mese, con una spesa per le casse dello Stato di 40 miliardi di euro all'anno.
Certamente molti di costoro avranno anche versato parecchi soldi, nel corso della loro vita lavorativa nelle casse dell'Inps, ma è difficile credere che i loro assegni di oggi siano proporzionali ai contributi versati.

Come tutti sanno, del resto, le pensioni liquidate fino allo scorso anno erano tutte calcolate secondo il sistema retributivo, ovvero sulla media degli ultimi stipendi percepiti prima della collocazione a riposo, e non sulla base dei contributi effettivamente versati nel corso di tutta la carriera lavorativa.
Non dimentichiamoci, infine, dell'anomalia tutta italiana dei tantissimi “baby-pensionati” (che già la definizione fa accapponare la pelle), che hanno avuto la fortuna di potersi mettere a riposo molto, molto presto.

Sempre secondo i dati forniti dall'Istat, ci sarebbero infatti più di 530mila ex-lavoratori con meno di 59 anni, che hanno già maturato l'assegno di anzianità o di vecchiaia, con ciò assorbendo da soli 12miliardi di spesa previdenziale.
Si pensi che addirittura ben 44mila di questi hanno meno di 54 anni e costano allo Stato, più di 1miliardo di euro ogni 12 mesi.

Per quanto riguarda gli importi percepiti, ogni pensionato “baby” riceve in media un assegno annuo tra i 22mila e i 25mila euro, corrispondenti 1.700-1.900 euro lordi al mese, altro che meno di mille euro al mese.
Compito della politica affrontare al più presto la questione, ma: vi sembra applicato correttamente il principio di equità, come giusto sarebbe che fosse in una società che possa definirsi tale?

giovedì 11 luglio 2013

SALUTE | DIETE | NEWS: ECCO LA DIETA A BASE D'INSETTI

Sembra proprio che in un futuro nemmeno troppo lontano saremo costretti o, meglio, sarà preferibile, dire addio agli spaghetti all'amatriciana, alla costoletta alla milanese e pure all'arrosto di vitello.
L'umanità, infatti, si troverà ben presto costretta a risolvere, una volta per tutte e in un modo o nell'altro, il problema dell'inquinamento e della fame nel mondo.
La soluzione ad entrambe i problemi l'avremmo già ora sotto i nostri occhi, anche se ancora stentiamo a riconoscerla.

Secondo uno studio della FAO, realizzato in collaborazione con l'Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, ammonterebbero già a più di 1.900 le specie di insetti di cui si cibano gli umani.
La Conferenza Internazionale, che si è tenuta un paio di mesi fa presso la sede della FAO, avente per tema “Le foreste per la sicurezza alimentare e la nutrizione”, ha messo a fuoco il ruolo decisivo dei prodotti agro-forestali nella lotta contro la fame, lanciando al contempo un invito esplicito alla comunità globale ad agire verso una maggiore integrazione di queste risorse, nell'abito delle politiche rivolte alla sicurezza alimentare.

Nella sua definizione di “cibo”, l'Agenzia dell'ONU include anche gli insetti, un alimento non certo fra i più apprezzati nel mondo occidentale, ma incluso dalla notte dei tempi nella dieta alimentare di almeno due miliardi di persone.
Sempre secondo questo nuovo rapporto della FAO, gli “entomi” che si trovano nelle foreste rappresenterebbero una fonte importante di cibo “nutriente”, assai ricco di proteine e facilmente reperibile.

Lo studio mette altresì in luce il fatto -certamente da non sottovalutare- che la raccolta di insetti, al pari del loro allevamento, potrebbe garantire occupazione e reddito, inizialmente a livello famigliare e, in un secondo momento, addirittura a livello commerciale.
La caratteristica principale degli insetti è, infatti, quella di produrre di più con meno.
A tale proposito, si pensi che, in media, gli insetti usano 2 kg. di mangime per produrre un chilo di carne, a differenza dei bovini che, per produrre la medesima quantità, necessitano di ben 8 kg. di foraggio.

Ricchi di aminoacidi e grassi buoni, di calcio, ferro e zinco in quantità addirittura maggiori della carne bovina, questi “animali” producono molte meno emissioni di ammoniaca e metano e possono, inoltre, essere utilizzati per la scomposizione dei rifiuti, nelle fasi del compostaggio, facendo diminuire al tempo stesso i cattivi odori.

Eva Muller, Direttrice della Divisione Politica Economica e dei Prodotti Forestali della FAO, ha dichiarato in proposito “Non stiamo dicendo che da domani tutti debbano mangiare insetti, quello che il rapporto della FAO cerca di dire è che gli insetti sono una delle risorse fornite dalle foreste e non ancora pienamente sfruttate per il loro potenziale di cibo umano e animale”.

martedì 9 luglio 2013

ARTE CONTEMPORANEA: SI TRATTA DI ARTE VERA O DEL PIU' GRANDE BLUFF DELLA STORIA?

Comunque stiano le cose, un fatto è certo: il sistema che fa da riferimento alla cosiddetta “arte contemporanea” può -a ragione- definirsi un'organizzazione “perfetta”.
Questo, perlomeno, è quanto sostiene il finanziere Francesco Micheli, nella sua introduzione ad un libro di recente pubblicazione (Investire nell'arte, di Claudio Borghi Aquilini).
Si tratterebbe, stando a quanto scrive Micheli di “Una macchina colossale in grado di determinare valutazioni iperboliche anche per artisti che si affacciano per la prima volta sul mercato”.
Una vero e proprio bulldozer spinto da strategie di marketing e retto su un'alleanza tra le grandi case d'aste, i direttori dei principali musei, critici d'arte, fondi d'investimento specializzati nel settore, riviste, collezionisti miliardari e, infine, le grandi gallerie, sempre più simili a multinazionali dell'arte.
All'interno di questo poco edificante cornice -è il caso di dirlo- gli artisti ricoprono il ruolo di vere star mediatiche, oggetti del desiderio di un'oligarchia globale, disposta a sborsare cifre folli pur di avere nel proprio portafoglio opere che rappresentano uno status symbol.
Il sistema non ammette battute d'arresto e deve sempre sfornare nuove star: come nel caso di Rudolf Stingel, artista altoatesino, i cui prezzi alle recenti aste sono subito schizzati, come da copione, oltre il milione di dollari.
Artisti come principi azzurri, o eroi sbucati dal nulla, come in una fiaba d'altri tempi.
Dalle fiabe, però, ci si aspetterebbe sempre un lieto fine, mentre attorno a quella dell'arte contemporanea qualcuno inizia a porre qualche legittimo dubbio: che ne sarà di queste impressionanti valutazioni economiche, da qui a 20-30 anni?
L'allarme, in questo caso, è stato lanciato dalle pagine del New York Times, che ha preso di mira Damien Hirst, uno degli artisti simbolo delle valutazioni folli, che si è trovato per la prima volta a doversi difendere.
Il New York Times, infatti, lo accusa di aver perso il conto dei suoi “spot painting”, tele di tutte le dimensioni tutte dipinte solo con dei pallini colorati.
A margine di tutto ciò, bisogna altresì prendere atto che le grandi case d'aste hanno ormai trasformato la figura del collezionista in un vero e proprio “compratore seriale”, rincorso in ogni angolo del pianeta, che non sa più scegliere per gusto o cultura, limitandosi viceversa a mettere la propria firma a sette zeri su opere che la “macchina” perfetta ha già scelto per lui.
Anche per questo, in fondo, c'è chi si augura che -prima o poi- la “bolla” possa scoppiare: per gli amanti dell'arte “vera” si tratterebbe proprio di un bel finale.